venerdì 28 settembre 2012

Ais e concorso di Chieti

Ci pare doveroso informare i lettori del blog che lunedì scorso il Direttivo dell'AIS ha deliberato all'unanimità l'accoglimento della richiesta di Orsini per l'intervento dei Probi Viri riguardo al concorso per professore associato che il TAR di Pescara ha annullato per la seconda volta. La notizia ci è stata gentilmente comunicata sin da martedì dal presidente Ais Alessandro Bruschi, che ringraziamo.

La redazione di Per la sociologia/xls

Un'altra strada


Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

La coincidenza della nuova lettera del collega Orsini, riferita alla sentenza del Tar dell’Abruzzo sul concorso di Chieti a professore di II° fascia, con il nostro Convegno di Roma ci spinge ad intervenire, nel tentativo di distinguere rigorosamente i fatti dalle opinioni e dai giudizi personali (con il corredo di illazioni, allusioni, provocazioni e invettive che spesso ne consegue), ponendo così una questione che, insieme, è di sostanza e di metodo.
Quali sono i fatti certi in questa vicenda? A nostro avviso sono tre.

mercoledì 26 settembre 2012

A proposito del concorso di Chieti...


Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

Come alcuni di voi probabilmente già sanno, pochi giorni or sono Alessandro Orsini ha nuovamente vinto il ricorso al TAR sul concorso per professore associato di sociologia politica all’Università di Chieti (dopo la precedente sentenza a lui favorevole vi era stato un  re-invio al TAR da parte del Consiglio di Stato, su appello dei due “idonei” votati a maggioranza dalla Commissione).
Come si può vedere dalla sentenza (accessibile tramite il link http://www.giustizia-amministrativa.it/DocumentiGA/Pescara/Sezione%201/2010/201000292/Provvedimenti/201200390_01.XML), il TAR,  esaminati ancora una volta tutti i documenti, ha censurato la Commissione per aver operato in modo illegittimo, con violazioni di legge, eccesso di potere e altre irregolarità. Nonostante che non spetti al TAR esprimersi sulle valutazioni di merito, dalla sentenza emerge con chiarezza che senza quegli illeciti il concorso avrebbe probabilmente avuto un esito diverso.

sabato 22 settembre 2012

Lettera al Presidente dell'AIS

Riceviamo e volentieri pubblichiamo, come sempre sollecitando ad intervenire tutti i colleghi che ancora tengono alla dignità della sociologia italiana.

 
Caro Bruschi,

da tempo seguo la vicenda concorsuale in cui è stato coinvolto il collega
Orsini. Se fin dall'inizio le intimidazioni di cui è stato ripetutamente
oggetto mi hanno indignata, ora ritengo che il merito della sentenza, che
ha annullato per la seconda volta la procedura comparativa in questione,
renda imprescindibile per l'AIS deferire ai Probi Viri i commissari che si
sono macchiati di tali illeciti e violazioni di qualsiasi codice etico
professionale. Il silenzio su una questione di tale gravità getterebbe nel
discredito e nella vergogna l'intera comunità scientifica nazionale,
rendendola di fatto omertosamente complice di ciò che è avvenuto.
Certa che non lascerai cadere nel vuoto le legittime aspettative del
collega Orsini e di quanti di noi ancora credono che sia possibile un
funzionamento onesto della nostra disciplina, ti saluto cordialmente

Luisa Bianco

venerdì 21 settembre 2012

Richiesta di censura


Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, la lettera inviata da Alessandro Orsini al Presidente dell'Ais, in data 20 settembre 2012. Ci auguriamo che l'Associazione Italiana di Sociologia sappia reagire alle sollecitazioni di Orsini con serietà e senso della dignità professionale.


Caro Professor Bruschi,

Il TAR di Pescara ha annullato, per la seconda volta, il concorso per un posto di professore associato in Sociologia dei fenomeni politici da me impugnato contro l’Università di Chieti. La magistratura ha censurato pesantemente l’operato della commissione per “eccesso di potere” e “illogicità”, ma anche per avere ammesso a valutazione titoli non ammissibili e per essersi rifiutata di comparare le pubblicazioni dei candidati:


Più in particolare, vorrei richiamare l’attenzione sui punti tre, quattro e cinque della sentenza, in cui si legge:

3) “ulteriore violazione dell’art. 4, II comma, lett. d) del d.P.R. n.117/2000: poiché la bozza in corso di stampa non è stata inviata, risulta erronea ed incomprensibile come la Commissione, nel verbale del 19.5.2010, abbia potuto affermare che tra le pubblicazioni presentate da Canzano Antonello al n. 7 risultava “Gli Amministratori locali di AN. Un profilo socio politico, in corso di pubblicazione come da lettera dell’editore”
4) "ulteriore violazione dell’art. 4, XIII comma, del d.P.R. n.117/2000, in quanto la Commissione ha individuato i due candidati idonei senza alcuna valutazione comparativa, ma a seguito di votazione;"
5) “Ulteriore violazione dell’art. 4, II comma, lett. d), del d.P.R. n.117/2000 e dell’art. 9 del bando, nonché eccesso di potere per travisamento, illogicità e difetto di istruttoria: dalla loro comparazione, risulta in modo evidente come le pubblicazioni del ricorrente [Alessandro Orsini] siano di maggior rilievo, quanto a collocazione e diffusione editoriale all’interno della comunità scientifica, sia nazionale che internazionale, rispetto alle pubblicazioni di Canzano Antonello”.

Il concorso è stato annullato dalla magistratura a causa del comportamento di alcuni professori ordinari iscritti all’AIS, i quali hanno violato le regole della procedura concorsuale e della comunità scientifica.
La invito, molto cortesemente, a sottoporre la sentenza del TAR di Pescara al collegio dei probi viri dell’AIS, al quale chiedo di censurare il comportamento della commissione di Chieti.
Mi permetto di ricordare che un membro di quella commissione aveva messo a verbale che la maggioranza dei suoi colleghi stava operando contro la legge e che questo rischiava di causare gravi danni sia ai candidati, sia all’Università. Tale professore chiedeva alla commissione di controllare che tutta la procedura si fosse svolta regolarmente (cito dai verbali). Il professor Fantozzi, già coordinatore della sezione di Sociologia politica dell’AIS, membro interno e segretario verbalizzante, si è rifiutato di effettuare i controlli richiesti e ha proceduto con la votazione a maggioranza (cito dai verbali). Un comportamento inqualificabile sostenuto da altri professori ordinari dell’AIS.
È evidente che nella nostra comunità, accanto ai professori che calpestano le regole, ve ne sono altri che meriterebbero di essere lodati per il coraggio civile e il senso delle istituzioni.
La prevalenza degli uni o degli altri nelle sedi decisionali dipende dal coraggio con cui l’AIS saprà introdurre le riforme necessarie per uscire dal degrado in cui siamo stati precipitati a causa di un prolungato malgoverno che ha premiato e diffuso comportamenti inaccettabili in una sana comunità scientifica.
L’AIS ha un compito importante. Mi auguro che avrà il coraggio di affrontarlo.

Ricordo i nomi dei membri della commissione di Chieti, invitando tutti i colleghi a soffermarsi sulle alte cariche istituzionali ricoperte da alcuni di questi professori dell'AIS censurati dalla magistratura:

Pietro Fantozzi, già coordinatore della sezione di Sociologia politica dell’AIS, Direttore del Dipartimento di Sociologia e Scienza politica nell’Università della Calabria, membro interno e segretario verbalizzante;
Gianfranco Bettìn, Presidente della commissione di Chieti, professore ordinario di Sociologia generale, già direttore del Centro Interuniversitario di Sociologia Politica (CIUSPO) dell’Università di Firenze;
Mario Aldo Toscano, già Presidente dell’AIS, professore ordinario di Sociologia generale, Direttore del Dipartimento di Scienze Sociali nell’Università di Pisa;
Vaclav Belohradsky, Professore ordinario di Sociologia politica nell’Università di Trieste;
Umberto Melotti, Professore ordinario di Sociologia politica nell’Università di Roma “La Sapienza”.


venerdì 14 settembre 2012

Il bradipo (e il) sociologo


Dove pubblicano i sociologi italiani? Quanto pubblicano? E, soprattutto, come pubblicano? A queste tre domande è possibile fornire qualche utile e plausibile risposta esaminando il database CINECA che raccoglie le schede individuali inserite dai sociologi accademici italiani, di I e II fascia, circa le loro pubblicazioni nel periodo 2002-2012. Oltre ottomila di queste schede si riferiscono a pubblicazioni in rivista – non solo articoli, ma anche note critiche e recensioni. E’ su questo sottoinsieme di pubblicazioni, variamente distribuite nei diversi SSD in cui si articola la disciplina, che concentriamo l’attenzione in questo post (cfr. Tab. 1). Il database che utilizziamo (aggiornato a fine giugno, e questo spiega la leggera discrepanza dei numeri rispetto ai dati presentati da Luisa Ribolzi nel suo post) è volutamente non pulito: esso riproduce il modo in cui i sociologi italiani presentano se stessi e il loro lavoro nel momento in cui compilano e caricano schede sui loro prodotti in vista della loro successiva valutazione (sinora principalmente per la distribuzione di risorse per la ricerca a livello di ateneo, d’ora in poi anche per la selezione dei membri delle commissioni di valutazione per l’abilitazione nazionale, e ovviamente per l’abilitazione nazionale). Si tratta cioè di dati che fanno riferimento a pratiche e percezioni della professione sociologica, e più precisamente dei suoi membri, catturate in un momento particolare – ma anche particolarmente delicato e rivelatore – del lavoro professionale: il momento cioè della scelta dei prodotti del lavoro di studio e ricerca da inserire nel proprio profilo di ricercatore e studioso, così come questo è definito e operativizzato dalle Anagrafi della ricerca dei singoli atenei e dal CINECA (che ne è spesso il collettore).

lunedì 10 settembre 2012

Qualche considerazione sugli articoli scritti dai sociologi

Riceviamo da Luisa Ribolzi, e volentieri pubblichiamo.


Come ormai consuetudine, contemporaneamente alla pubblicazione delle classificazione delle riviste scientifiche, fornisco alcuni dati riassuntivi sulla produzione dei sociologi italiani, che spero siano di qualche interesse per i colleghi.

Alla data del bando, figuravano presenti nei siti docenti del CINECA, per l’area 14, 4245 riviste (da A&D-Autonomia e Dirigenza, con 1 articolo di area SPS07, a Zur Debate, con  due articoli di area SPS01…) per complessivi 14.431 articoli, di cui 8767  afferenti ai settori sociologici (60,7%) e contenuti in 2629 testate, e 5664 afferenti ai settori di scienze politiche, contenuti in 1616 testate. Sono presenti riviste in cui scrivono colleghi di un’unica area, di più aree  dello stesso settore e anche di più aree  di settori diversi, cioè sia sociologi che scienziati politici. Limiterò i miei brevi cenni informativi ai soli sociologi, e alla descrizione quantitativa, senza entrare nel merito della discussione sulla classificazione.

La distribuzione degli articoli inerenti l’area sociologica è la seguente:


n.riviste   
n.articoli
        % sul              
        totale




SPS07
840
3200
36,5
SPS08
771
2301
26,2
SPS09
406
1442
16,4
SPS10
203
477
5,4
SPS11
83
306
3,5
SPS12
326
1041
11,9

2629
8767
100,0










Non si tratta, ovviamente di una maggiore “produttività” dei colleghi dei diversi settori, ma di una loro diversa numerosità.

Il numero delle riviste sopra indicato comprende però  i doppi:  se su di una sola rivista scrivono sociologi di diversi settori, il CINECA le elenca separatamente. Le riviste di sociologia sono 1414: sarebbe però più esatto parlare di “riviste su cui scrivono i sociologi”, perché all’interno troviamo molte riviste di altre aree, dalla letteratura alla storia all’economia alle – molte – di medicina. Di qui anche qualche apparente incongruenza nella classificazione: in linea di massima, si è accettata per i sociologi la classificazione fatta dai settori competenti. Quanto alla distribuzione, 939 articoli (il 10,7%) sono contenuti  in sole cinquanta testate, che ne contengono dieci o più, fino al massimo di 94 per sociologia e ricerca sociale e 55 per Sociologica. Al terzo posto, però, con 41 articoli troviamo La Stampa, quotidiano sicuramente prestigioso, ma che non ha certo una caratterizzazione come rivista scientifica. Tra i quotidiani compaiono, ma con  presenze assai più modeste, ad esempio anche Repubblica e il Manifesto (2), Corriere della Sera, Messaggero e Sole 24 ore (1).

Proseguendo con la distribuzione, abbiamo 193 testate con numero di articoli compreso fra tre e nove (in tutto 867), 232 testate con due articoli ciascuna e ben 937 testate su cui compare un solo articolo. Sul rapporto fra riviste italiane e straniere non ho avuto tempo di fare nessuna considerazione: tra le prime cinquanta sono dieci. Analogamente sarebbe interessante valutare la capacità dei sociologi di esportare le proprie competenze in altri campi del sapere accademico, scrivendo su riviste “non pertinenti”. 

Una breve considerazione su quanto è successo nel mese circa in cui era possibile popolare o modificare il proprio sito docente, che ho fatto su dati provvisori  ed ha quindi solo valore orientativo.  Il 15 luglio nell’area 14 erano state inserite 131 riviste che non vi figuravano al momento del bando (nel “listone” cui ho fatto riferimento finora): di esse sedici erano prive di ISSN, e questo benché si fosse indicato chiaramente che nel sito andavano inserite solo riviste scientifiche. Sono invece state tolte  33 riviste, alcune perché non scientifiche, altre poche, invece, di prestigio, come il British Journal of Sociology o Sociologie du Travail, probabilmente contenute nei siti di colleghi  che sono andati in pensione o sono mancati. E’ probabile che all’elenco si aggiungano riviste in cui hanno pubblicato i candidati nel periodo intercorrente fra il bando e la scadenza per la presentazione delle domande.

                                                                                                     Luisa Ribolzi
                                                                                                Vice Presidente Anvur

p.s. Brigida Blasi, il cui aiuto è stato prezioso, non firma questo testo perché è al momento impegnata a  dare alla luce la sua bimba, che sarà certamente di classe A! A lei gli auguri di tutta l’ANVUR