Con la partecipazione di oltre cento colleghi da tutta
Italia, il primo incontro “Per la sociologia” ha reso visibile ciò che sinora
poteva solo immaginarsi o sperarsi: la nascita effettiva di un nuovo soggetto
collettivo – un “movimento”, una “rete”, una “entità”, queste le definizioni
emerse e che per ora accogliamo come egualmente valide – che si ponga in netta
antitesi nel suo modo di essere e di fare rispetto alle logiche
particolaristiche e di fazione (o “componente”) che hanno segnato la storia
recente della disciplina in Italia negli ultimi trent’anni, con gli esiti che
tutti (o quasi tutti) vediamo e non siamo più disposti ad accettare. Un
soggetto collettivo che si ponga al servizio della professione/disciplina nel
suo complesso, e non delle sue sempre meno plausibili e legittime “parti”. Un
soggetto collettivo che non ambisce certo a sostituirsi all’Associazione Italiana
di Sociologia ma che pretende di parlare a nome di coloro che non si
riconoscono nel modo in cui l’Associazione stessa è venuta sviluppandosi e
funzionando, più contenitore di “partiti” tra loro in opposizione e/o
collusione che istanza di rappresentanza e rappresentazione dell’identità professionale/disciplinare,
e soprattutto di promozione e difesa delle sue qualità intellettuali e morali.
lunedì 31 ottobre 2011
giovedì 27 ottobre 2011
Scusate per l'assenza
Cari Amici, mi spiace di non poter intervenire alla riunione di Bologna, che si preannuncia molto interessante: non sono in Italia in questo periodo. Peraltro penso che i pensionati (e pensionandi) hanno fatto il loro tempo ed è meglio che stiano a casa, se hanno cose da dire le scrivano, caveat emptor, ed è quel che mi accingo a fare solo per affermare due punti cui credo abbastanza fermamente, e cioè la percezione di una rinnovata domanda di sociologia e di scienze sociali in generale e l’assoluta insufficienza della attuale organizzazione accademica e professionale della sociologia italiana per fare fronte a queste nuove domande.
mercoledì 26 ottobre 2011
Un contributo per la discussione di venerdì 28
Non potendo essere presente a Bologna vorrei comunque partecipare
in qualche modo alla discussione, portando il mio punto di vista su alcuni dei punti già sviluppati nel dibattito.
1) La storia della sociologia Italiana e in parte lo stesso il dibattito che si è sviluppato intorno al progetto Per la sociologia ha mostrato come sia altrettanto nociva della sclerotizzazione della sociologia nelle “famigerate” componenti la forte personalizzazione del campo accademico. L’eccessivo peso che simpatie e antipatie, conflitti e vicende personali hanno nella comunità dei sociologi. Siamo di fronte ad un classico circolo vizioso: la personalizzazione rende difficile il funzionamento di una comunità di sociologi e nello stesso tempo questa personalizzazione è agevolata dalla mancanza di una comunità o se il termine di comunità non ci piace, dalla scarsa autonomia del campo (per dirla con Bourdieu). Questo è il primo motivo per cui l’esistenza di una associazione italiana di sociologia e non di tre (o di molte di più come talvolta sembra di intuire nella frammentazione di posizioni spesso conflittuali) mi sembra importante: per stemperare i personalismi e creare un terreno comune di fiducia e condivisione di obiettivi generali. Questa è una delle finalità che i singoli sociologi da soli (per quanto preparati, illuminati e competenti) non sono in grado di raggiungere. Per questo abbiamo bisogno di un attore collettivo.
1) La storia della sociologia Italiana e in parte lo stesso il dibattito che si è sviluppato intorno al progetto Per la sociologia ha mostrato come sia altrettanto nociva della sclerotizzazione della sociologia nelle “famigerate” componenti la forte personalizzazione del campo accademico. L’eccessivo peso che simpatie e antipatie, conflitti e vicende personali hanno nella comunità dei sociologi. Siamo di fronte ad un classico circolo vizioso: la personalizzazione rende difficile il funzionamento di una comunità di sociologi e nello stesso tempo questa personalizzazione è agevolata dalla mancanza di una comunità o se il termine di comunità non ci piace, dalla scarsa autonomia del campo (per dirla con Bourdieu). Questo è il primo motivo per cui l’esistenza di una associazione italiana di sociologia e non di tre (o di molte di più come talvolta sembra di intuire nella frammentazione di posizioni spesso conflittuali) mi sembra importante: per stemperare i personalismi e creare un terreno comune di fiducia e condivisione di obiettivi generali. Questa è una delle finalità che i singoli sociologi da soli (per quanto preparati, illuminati e competenti) non sono in grado di raggiungere. Per questo abbiamo bisogno di un attore collettivo.
venerdì 21 ottobre 2011
Incontro "Per la sociologia", Bologna 28 ottobre 2011: PROGRAMMA DEFINITIVO
Care colleghe e cari colleghi,
L’incontro “Per la sociologia” siterrà dunque a Bologna il 28 ottobre 2011, presso il Dipartimento diDiscipline della Comunicazione, via Azzo Gardino 23 (aula A), a partiredalle ore 11.00. Suo obiettivo è mettere a confronto idee, interpretazionie proposte utili per trasformare la comunità sociologica accademicaitaliana in una comunità scientifica produttiva, trasparente erigorosa, nello spirito della discussione svoltasi nei mesi scorsi sulforum Treccani, sulla "Rassegna Italiana di Sociologia" e sulblog "Per la sociologia" (cfr. http://perlasociologia.blogspot.com/).Viste le finalità pratiche, e non scientifiche, dell'incontro abbiamo cercatonell'organizzazione della giornata di contemperare la necessità di aprire ilpiù possibile la discussione con quella di coordinare il dibattito muovendodalla riflessione su alcuni dei principali temi strategici emersi sinora.
La mattinata sarà perciò aperta da quattrocomunicazioni introduttive intorno alle quali avviare la discussione.L'incontro proseguirà poi nel pomeriggio con una più lunga sessionededicata ad interventi programmati e ad un dibattito al quale potrannopartecipare tutti i presenti. Gli interventi, raccolti tramite Callaperto a tutti i colleghi (aderenti o meno al progetto "Per lasociologia") sono pensati come brevi e puntuali comunicazioni intese asuggerire possibilità di ’azione, che potranno essere ampiamente discusse nelsuccessivo dibattito.
A conclusione dell'incontro è prevista unaspecifica sessione finalizzata alla individuazione di concrete ipotesi dilavoro e proposte operative per il futuro - inclusa l'eventuale organizzazionedi un prossimo incontro "Per la sociologia".
Per facilitare la partecipazione di tutticolleghi, e accogliendo le osservazioni di alcuni di loro (che ringraziamo),abbiamo anticipato l'inizio della sessione pomeridiana alle 14.00, prevedendola conclusione dei lavori per le 18.00. Il programma dell'incontroè, ad oggi, il seguente:
Ore 11.00: Apertura dei lavori
Ore 11.05-13.00: Questioni disociologia in Italia (I): relazioni introduttive
F. Barbera e P. Volontè, Dal dibattito"Treccani" al progetto "Per la sociologia"
A. Santambrogio, La comunitàsociologica tra scienza ed etica
A. Baldissera, Valutazione e qualitàdella ricerca sociologica
M. Magatti, La sociologiaitaliana e la sua sfera pubblica: problemi e prospettive
Discussione
Ore 14.00-17.30: Questioni disociologia in Italia (II): comunicazioni e dibattito libero
Sono previste comunicazioni di: E.Abbatecola e S. Perra, C. Barone, F. Bimbi, M. Bortolini, A. Bruni, A. Chiesi, M.Giannini, S. La Mendola, P. Magaudda, E. Mora, F. Neresini, G. Paolucci, M.Pitzalis, R. Sassatelli, T. Terranova, A. Viteritti.
Alle comunicazioni programmate seguirà unadiscussione generale.
Ore 17.30-18.00: Chefare? Conclusioni e proposte operative per il futuro
Informazioni e aggiornamenti sul programma -incluse eventuali anticipazioni delle relazioni - si potranno trovare sulblog: http://perlasociologia.blogspot.com.Per informazioni e contratti: perlasociologia@gmail.com
Il comitato organizzatore locale
lunedì 10 ottobre 2011
L’ombra dei concorsi
Non
potendo partecipare all'incontro del 28 a causa di impegni sopraggiunti,
consegno allo scritto alcune delle cose che avrei voluto dire nella mia
comunicazione orale.
Come ha
sottolineato Pisati, in una comunità scientifica ‘sana’, gli studiosi scarsi
non pubblicano (o pubblicano solo in sedi minori e poco considerate), non sono
ammessi ai convegni, sono sistematicamente bocciati ai concorsi, non ricevono
fondi di ricerca, non raggiungono posizioni di potere. In Italia , invece, “il merito scientifico e
la probabilità di accesso alle risorse” materiali e simboliche “sono ortogonali
fra loro”. “L’accesso alla comunità
sociologica accademica italiana è regolato prevalentemente da criteri di
selezione extra-scientifici”, indipendenti, cioè, dalla qualità della
produzione scientifica dei candidati.
“Le opportunità di accesso alla comunità (e, in seguito, le opportunità
di carriera) dipendono non tanto dal possesso di ‘capitale scientifico’, quanto
dalla capacità di soddisfare requisiti di altra natura”, soprattutto la lealtà
nei confronti di qualcuno – individuo o gruppo – “che controlla in misura
maggiore o minore i meccanismi di accesso/carriera”. Se questo è il
contesto prevalente della sociologia italiana, il problema dei concorsi non
potrà essere risolto introducendo nuove regole. Regole e i criteri esistono già. Solo che molti commissari sono addestrati a
seguire altre regole o altre logiche.
Detto altrimenti, l'introduzione di nuove regole (o l’appello a quelle
esistenti) funziona solo laddove esiste già un ethos (una cultura etica) o una
deontologia professionale radicata.
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