Interveniamo
nuovamente nel dibattito che si è aperto sui criteri di classificazione delle
riviste italiane. In primo luogo, per esprimere un sincero apprezzamento per la
discussione che è nata intorno alla proposta avanzata dalle sei riviste. Noi
pensiamo che questo dibattito offra un contributo serio al lavoro che l’Ais si
trova ad affrontare. Abbiamo letto delle critiche interessanti alla nostra
proposta, bene argomentate, che ci hanno fatto riflettere. Alcune delle idee emerse
nel dibattito le condividiamo pienamente. Altre solo parzialmente. Altre ancora
non le condividiamo affatto. Su alcune di queste idee vorremmo dire qualcosa, in
aggiunta a quanto già scritto (e detto). Prima però di entrare nel merito dei
singoli punti, anticipiamo qui le conclusioni di questo lungo post.
A
nostro avviso ciò che dovrebbe emergere da questo dibattito è che le riviste italiane di sociologia sono interessate
e disponibili – da subito - ad un serio esercizio di valutazione, che porti
non solo ad un accreditamento ma anche
ad un ranking basato su criteri trasparenti e verificabili. Al di là delle
differenze, pur legittime, chi è interessato a questo risultato dovrebbe fare
uno sforzo per mettere in luce i possibili punti di convergenza e di mediazione
che stanno emergendo dalla discussione. Di seguito cerchiamo di dare un
contributo in questa direzione (ci scusiamo in anticipo per la lunghezza del testo).