Come deciso durante l'incontro di Bologna, il blog "Per la sociologia" si propone anche come strumento di critica, commento e dialogo su fatti ed eventi che animano la nostra comunità sociologica. Diamo inizio a questa funzione con il resoconto di un recente concorso da Ricercatore in SPS/08 , che abbiamo ricevuto da due Commissarie e volentieri pubblichiamo. Funzione del Blog è alimentare il dibattito e promuovere la riflessione con commenti argomentati. Ricordiamo che non pubblicheremo post offensivi o non pertinenti.
Riteniamo doveroso dar conto
delle vicende del concorso per ricercatore SPS/08 dell'Università di Udine
(Facoltà di Lingue) nel quale eravamo commissarie, e di cui era membro
designato e presidente il collega professor Raimondo Strassoldo.
Il concorso si è chiuso, alla
scadenza dei termini, con un nulla di fatto, a causa dell'indisponibilità del
collega in questione a sottoscrivere i verbali conclusivi.
Raccontiamo in breve la vicenda.
Ci siamo riuniti all’inizio di
maggio: come si evince dai primi verbali inviati agli uffici dell’università di
Udine sottoscritti da tutti e tre, il 5 abbiamo esaminato titoli e
pubblicazioni per una prima valutazione dei candidati, il 6 mattina abbiamo svolto
i colloqui, dal 6 pomeriggio a tutto il 7 abbiamo riesaminato titoli e
pubblicazioni, arrivando a fissare i punteggi su parametri quantitativi, in
apparente armonia e consonanza; abbiamo poi formulato i nostri giudizi,
compresi quelli collegiali: riletti insieme.
Fino a questo punto a noi
sembrava il “concorso perfetto”: senza troppe pressioni pregresse e senza
pressioni nemmeno da parte del membro interno e presidente. Risultava
vincitore/vincitrice una figura di sociologo/a dignitosa, coerente con i
criteri standard, con riconoscimenti conclamati da parte della comunità
scientifica. Il/la secondo/a classificato/a - una delle candidature “locali” -
si collocava indietro di diverse lunghezze, a causa di lacune discusse
pubblicamente anche nel corso del colloquio del 6 maggio.
Al momento della stesura del
verbale finale, inaspettatamente il presidente esprimeva il suo disaccordo sul risultato,
adducendo argomenti su cui intendiamo mantenere la riservatezza. Dopo una lunga
discussione si conveniva, di comune accordo, di aggiornarci al 20 maggio.
In quella data le posizioni non
sono cambiate, anzi. Il presidente della commissione si è rifiutato di stendere
una relazione di minoranza e di sottoscrivere i verbali, configurando in tal
modo una situazione di irregolarità che richiedeva, a noi, di tutelarci (inviando
una dettagliata lettera di resoconto alla Rettrice) e insieme di fare un ultimo
tentativo, prima della scadenza del concorso (11 luglio). Ci siamo dichiarate
disposte a convocarci un’ennesima volta.
Dopo più di un mese (23 giugno) una
e-mail del prof. Strassoldo finalmente ci comunica la sua disponibilità a
sottoscrivere i verbali presentando una relazione di minoranza: tralasciando
ogni altro impegno allora torniamo a Udine (non si sa mai - pensiamo - forse
gli organi istituzionali hanno segnalato la scorrettezza del suo comportamento;
o forse la sua “componente” lo ha ricondotto a più miti consigli). Il 6 luglio
ci troviamo di fronte a verbali riscritti da Strassoldo, comprensivi della sua
relazione di minoranza, e debitamente stampati in triplice copia: pronti solo per
esser firmati. Prendere o lasciare, ci dice.
Nella relazione di minoranza un
commissario può dire ciò che vuole, ma il testo del verbale è un'altra
faccenda. E quest'ultimo nella “nuova” versione del presidente conteneva
affermazioni, come abbiamo scritto in una seconda lettera inviata alla Rettrice
il giorno stesso, “lesive della nostra dignità professionale e della nostra
correttezza come commissarie di concorso”: tali in ogni caso da prefigurare in
modo evidente una valanga di ricorsi.
Dal momento che ogni possibilità
di modifica del testo è rigettata, avvertendo gli uffici del Rettorato decidiamo
allora di andarcene (tanto più perché in alternativa ci viene proposto un
“piano b”, sul quale di nuovo è d'obbligo la riservatezza).
Ora il concorso è scaduto ed è il
momento di fare il conto dei danni (a parte il tempo da noi perso: Priulla si
muoveva da Catania, De Leonardis da Milano):
> una persona
che meritava di vincere non ha vinto (e questi sono gli ultimi concorsi che...,
etc.). Lasciateci aggiungere che ce ne dispiace molto per lei/lui;
> si è perso
un posto per la sociologia (con l'aggiunta del discredito) dal momento che se
mai la Facoltà lo recupererà con tutta probabilità non lo destinerà di nuovo a
questa disciplina;
> c’è stato uno
spreco non indifferente di denaro pubblico (e un insulto alla responsabilità
che spetta a chi ricopre un pubblico ufficio).
Si può forse considerare questa
vicenda come una scheggia impazzita (e tra l’altro stavolta le “componenti” non
c’entrano per niente). Possibile, in una situazione di crisi del sistema di
reclutamento.
Vi riconosciamo anche, in
versione un po’ surreale, uno stile a tutti noto, e in più intravvediamo il
rischio di un precedente (che ci spinge a rendere pubblica questa piccola
storia): con questa inedita trovata diventa possibile far sciogliere commissioni
“sgradite”, impunemente.
Basta rifiutarsi di firmare!
Milano, 25 luglio 2011
Carla Ota De Leonardis (Università di Milano Bicocca)
Grazia Priulla (Università di
Catania)
Nessun commento:
Posta un commento
Il tuo commento verrà visualizzato dopo qualche ora dall'invio. Affinché il tuo post sia pubblicato è necessario inserire in calce il tuo nome e cognome per esteso e la tua afferenza accademica: es: Mario Rossi (Università di Roma). Se dopo 24 ore non vedi il tuo post, o se hai dubbi, scrivi direttamente una mail a perlasociologia@gmail.com